Geir Sundstøl – Brødløs

Geir Sundstøl - Brødløs

Hubro Music – Hubro CD 2603 – 2018



Erland Dahlen: batteria, drum-machine, tamburi a cornice, steel drums, percussioni, voce

David Wallumrød: Minimoog, Prophet 5, Arp Pro, Juno 60

Sanskriti Sheresta: tablas, voce

Mats Eilertsen: contrabbasso, voce

Jo Berger Myhre: Fender VI, Moog Minitaur

Nils Petter Molvaer: tromba

Geir Sundstøl: pedal steel, duolian, chitarra Shankar, basso a sei corde, banjo, mandolino, armonica, timpani, marxophono, loops, pianochordia





Singolare personaggio, e nemmeno tanto per l’eccentrica immagine di sé diffusa su social e media, quanto per il tardivo debutto a propria firma dopo una carriera di richiestissimo sideman a sei e più corde, l’originale pluri-chitarrista norvegese Geir Sundstøl torna con cadenza relativamente rapida a nuova esperienza discografica in proprio, confermando vedute e predilezioni già espresse nel precedente, primo album Langen ro arruolandovi parte della line-up già coinvolta e qui ampliata dalla presenza di due nomi forti della scena del Nu-jazz.


Per quanto attiene l’approccio strumentale ai propri cordofoni, questo risulta quanto meno disparato e scevro da limitative barriere, la fraseologia spazia da arpeggi liutistici a prolungati languori da sitar, non mancando rockeggianti gittate elettriche, con non poco indugio sulle risonanze di stagno della chitarra-dobro; nuovamente, il soundscape non risulta immune da qualche fascinazione per la psichedelica pop e, giusto per dichiarare più esplicitamente il gradimento verso le sonorità orientali e le propensioni verso il sub-continente indiano , idiomaticamente queste s’avvalorano con la presenza della percussionista-vocalist etnica Sanskriti Sheresta, infittendo peraltro la composita line-up col rampante e laborioso David Wallumrød, oltre a due star del Nu-Jazz d’ormai affermata identità tali Mats Eilertsen e Nils Petter Molvaer (con quest’ultimo speciale e fattiva la partnership, anche in forma di duo).


Facendo proprio in termini alquanto personali il làscito, o quanto meno il ventaglio didattico delle forti firme del mondo anglo-americano delle corde (tra cui sarebbe poco utile enumerare analogie, da Gilmour a Ry Cooder, tacendo di tutto un cosmo di più o meno anonimi contributori) , in termini d’impronta stilistica sembra il Nostro si conceda ulteriore tempo per cesellare uno standard di firma provvisto di un crisma originale, ma non è certo poco espressa almeno la naturale curiosità, entro un sound composito ed ondivago, a proprio modo colto e di fluente connotazione esotica, tratteggiato da flussi ondulatori e stati onirici.




Link correlato:

www.geirsundstoel.com



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