Tim Berne’s Snakeoil – The Fantastic Mrs. 10

Tim Berne's Snakeoil - The Fantastic Mrs. 10

Intakt Records – CD 340 – 2020



Tim Berne: sax alto

Matt Mitchell: pianoforte

Oscar Noriega: clarinetto

Marc Ducret: chitarra

Ches Smith: batteria, vibrafono





Improntata ad un intricato clima urbano, foriera di uno strutturato senso della dissonanza, l’avventura Snakeoil capitanata dal valente Tim Berne guadagna un ulteriore punto di rappresentazione nei densi materiali costitutivi di The Fantastic Mrs. 10: già scaglionata lungo cinque uscite discografiche, quattro di esse per ECM dal 2012 al 2017 e adesso transitata alla label di Zurigo, la formazione conferma l’originaria line-up di base per incorporare una nuova identità della chitarra, che avvicenda il precedente Ryan Ferreira degli ultime due titoli, giovandosi infine dell’occulto sodale David Torn (già paritario partner di Berne in distinte sessioni), cui si deve l’operosa ripresa e post-produzione.


Annunciato come una delle pubblicazioni più mature ma anche più spigolose di Snakeoil, connotato da coloriti commenti dello stesso Torn («La musica di Tim ha sempre avuto le palle, sempre questa coraggiosa energia; e non è tanto l’essere cazzuta, possiede il nerbo del progredire!»), graziato da un libretto ricco in materiale iconografico, nelle note insolitamente basato su un intercambio di considerazioni e pensieri tra i membri della band, non esente da un mood provocatorio ma ben meritevole d’attenzione, The Fantastic Mrs. 10 (riferimento a criptica quanto ignota entità) conferisce un ulteriore assestamento alla composita musicalità della band, non segnando peraltro virate rispetto alle già caratteristiche formule, la cui formazione bassless in tutte le sue incarnazioni trae corpo e animazione dalle alterne combinazioni tra la svettante ancia contralto del leader, l’iperattivo alter-ego d’ebano di Oscar Noriega, nonché l’avvicendarsi tra le virulente corde elettriche di Marc Ducret e il macchinoso pianismo di Matt Mitchell, sostenuti ed incalzati dall’angoloso drumming e dal gioco di lamine di Ches Smith.
Non rari (anzi ricorrenti nei programmi di Snakeoil) i passaggi in cui si dismettono le frenesie di stampo metropolitano per cedere a momenti, almeno in apparenza, di minor concitazione e differente espressione dei complessi contrappunti dell’organico: alterni quindi gli stati e le visioni, articolati tra il sospeso e intimistico clima di Dear Friend, o le insistite astrattezze di The Amazing Mr. 7, esprimendo corpo prevalente le complesse e idiosincrasiche figurazioni ritmico-fraseologiche (di pervasivo slancio e non di rado all’insegna del capriccioso estro) dell’ensemble, che palesano nella propria filosofia neo-free le dinamiche sedimentazioni delle ascendenze, primariamente hemphilliane.
Nel rinsaldare l’ormai indiscutibile solidità di parterre di Intakt records, Snakeoil in conclusione persiste nelle proprie traiettorie sempre avocandosi un certo margine di libertà formale, come confermerebbe il medesimo Berne che, con tono sornione, sembra ridimensionare progressione e continuità progettuale: «È quasi come se tutti noi dimenticassimo sempre ciò che abbiamo fatto l’ultima volta, ed è una forma di amnesia davvero salutare!»



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