“Minimal Works”, il nuovo lavoro del Francesco Cusa Trio

Minimal Works, il nuovo lavoro del Francesco Cusa Trio



“Minimal Works”, il nuovo lavoro del Francesco Cusa Trio



“Minimal Works”, il nuovo album del Francesco Cusa Trio è stato pubblicato lunedì 3 aprile per le etichette Improvvisatore Involontario e Kutmusic.



Quando si improvvisa nel jazz si ha bisogno di mistero, ma anche di maestria: il mistero sprigiona il potere di ispirazioni improvvise che portano a risultati incontrollati, inaspettati e immediati; la maestria ci ricorda che solo le conoscenze e le abilità ben misurate – risultato dello sforzo, dell’impegno e dell’esperienza di un musicista – trasformano una pietra grezza in un perfetto diamante dalle molteplici sfaccettature. La dicotomia mistero/maestria è l’essenza di “Minimal Works”, una release del FCTRIO (Francesco Cusa Trio: Francesco Cusa, batteria e campane tibetane; Riccardo Grosso basso e Tonino Miano: pianoforte e tastiere) disponibile in formato fisico e digitale nei principali store da lunedì 3 aprile per le etichette Improvvisatore Involontario e Kutmusic riunite un’altra volta insieme.



L’album include otto tracce e si apre con l’intenso pathos di “Sweet Lucrezio”, che, attraverso la ripetizione e la variazione, evoca nella mente degli ascoltatori visioni di un gatto dal passo leggero e discreto che salta con spensieratezza felina e distaccata grazia sui tetti. Suoni simili a campanelli di una slitta si trasformano in un motivo ipnoticamente allucinante in “The Only White Smarties”, mentre “Luminal” utilizza un vasto glossario di ritmi e accordi per creare un’improvvisazione jazz multi-sfumata e “A Little Mouse” è una piccola gemma in cui pianoforte e contrabbasso creano un paesaggio sonoro attraverso la sincope.



L’album comprende anche quattro meditazioni: tutte sono caratterizzate da un fil rouge – le campane tibetane. Questo tema centrale e principio guida diventa sempre meno virtuosistico e più misterioso con il progredire delle meditazioni, creando progressioni cromatiche di armonie insolite, inusuali e non funzionali, che sfociano in suoni inquietantemente alieni piuttosto che in confortanti e rassicuranti tonalità meditative. Evocando un senso di destino imminente, queste composizioni dissonanti sono le colonne sonore perfette per i nostri tempi complessi e tumultuosi.



Espressione di un’intuizione creativa quasi mistica, “Minimal Works” celebra l’arte dell’improvvisazione e accompagna l’ascoltatore in un viaggio attraverso nuovi stati di coscienza fino al raggiungimento di una forte empatia emotiva.



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