Sergio Marchesini: pianoforte, bandoneon, fisarmonica, elettronica
Vasco Mirandola: voce
Agnese Amico: violino
Elaf Ar :voce
Luca Chiavinato: oud
Erica Boschiero: voce, chitarra
Francesco Ganassin: clarinetti, sax contralto
Marco Iacampo: vocew
Sean Lucariello: tromba, flicorno
Enrico Milani: violoncello
Matteo Minotto: fagotto
Niwar Ismat Issa: Kanun
Andrea Ruggeri: batteria, percussioni
Gianluca Segato: lap steel guitar
Giulio Tullio: trombone, trombone basso
Laura Vigilante: voce
Wordless singing group diretto da Nina Baietta: cori
Alberto Zuanon: contrabbasso, voce
Gutenberg-Caligola – 2025
Sergio Marchesini e Vasco Mirandola, dopo una serie di esibizioni sui palcoscenici, soprattutto in Veneto, pubblicano un disco che racchiude un florilegio dei loro spettacoli teatrali, in cui interagiscono musica e poesia. Le poesie di Mirandola, artista poliedrico, attore oltre che scrittore, sono composte di parole semplici, colloquiali, e contengono immagini atte a ritrarre personaggi e a descrivere situazioni, con pennellate gentili, ma dal tratto profondo. C’è del sentimento, della passione in quello che recita lo stesso autore. Il tono della voce, però, è sempre piuttosto uniforme. Non ci sono particolari salti in avanti nell’esposizione dei testi, per precisa scelta stilistica. Non si va dal sussurro all’urlo, cioè, ma tutto è su un registro medio, controllato, confacente, però, ai versi, pronunciati più che declamati. Pure quando si va su contenuti drammatici, come in Madre, il pathos non tracima, resta dentro limiti stabiliti a priori.
Marchesini allestisce un accompagnamento attento alle parole recitate dal partner, cercando di produrre una sorta di colonna sonora, che potrebbe reggersi anche da sola, ma che acquista un altro significato accanto alle poesie di Mirandola.
Il compositore e arrangiatore veneto utilizza, all’uopo, una quindicina di musicisti ed un coro, complessivamente nelle dodici tracce, anche se l’ensemble è, spesso, scisso in gruppi di minori dimensioni.
La musica del cd attraversa diverse aree, dall’etnico al soft-pop, ed è caratterizzata da una forte impronta melodica, arricchita dagli arpeggi delle tastiere e dalle armonizzazioni degli altri strumenti, con speciale riguardo per gli archi e per l’elettronica, usata con misura, si intende. Pur essendo una proposta in cui la scrittura ha un peso specifico rilevante, si aprono, in certi momenti, parti in solo, pienamente jazzistiche, in cui si distinguono in particolare le improvvisazioni tematiche di Francesco Ganassin, ai clarinetti e al sax alto, e la voce di Erica Boschiero, interprete in bella evidenza nei ritornelli (cantati) di E questo è tutto quello che ho per te. Il ritmo, poi, non è mai calcato. Andrea Ruggeri, alla batteria, allestisce, infatti, un accompagnamento essenziale, non invadente o in primo piano sulla scena.
“Nell’aria alta”, in conclusione, è un album che cerca di ricreare l’impatto di uno spettacolo di musica e poesia rodato in esibizioni live. Dal vivo, certamente, l’effetto è decisamente superiore, ma anche su disco si possono apprezzare gli intarsi fra parole e note, per la cura e l’equilibrio con cui viene realizzato il difficile connubio.
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