Térez Montcalm – Quand on s’aime

Térez Montcalm - Quand on s'aime

Avalanche productions – AVA2-4549 – 2015



Terez Montcalm: voce, chitarre

Gil Goldstein: piano elettrico, arrangiamenti

Jean-Marie Ecay : chitarra

Géraldine Laurent : sax alto

Christophe Wallemme : contrabbasso

Pierre-Alain Tocanier : batteria, percussioni






Sorta di “Janis Joplin per caso”, la vocalist canadese certamente condivide con la grandissima signora del canto almeno certi incarnati timbrici, naturali in primis e secondariamente perfezionati, non apparendo peraltro che al pari della maggiore consorella abbia mai ambìto ad incarnare lo “spirito di un tempo”.


Fattasi comunque strada attraverso i sette precedenti album, questa interprete ha da subito cesellato e definito un proprio stile, riconoscibile per la grintosa verve infusa alla roca timbrica naturale insieme alle salse jazzy con cui ammannisce ormai la più parte delle sue portate, discografiche e concertistiche, insaporite con pari disinvoltura delle evidenti matrici rockeggianti.


Ciò per sintetizzare (e magari comprimere) le formule stilistiche che dobbiamo attenderci da un recital di Térez Montcalm, ma è pur vero che l’apertura di quest’ultimo lavoro non decolla male, operando per linee sensibili nel confezionare una scaletta devoluta monotematicamente al sentimento dell’Amore e alle sue incombenze.


Appariva più acconcio impiegare all’uopo liriche unicamente in francese, attingendo a chansonniers e parolieri tra cui Aznavour, Gainsbourg, Trenet e Legrand, assortendo il repertorio con songwriters anglofoni per l’occasione tradotti per unitarietà linguistica, e recuperando parte della line-up tra i side-men francofoni dal precedente I know I’ll be allright, tra cui l’affermata Géraldine Laurent, vedette del sax in rosa d’oltralpe.


Lo stile montcalmiano non diserta e puntuale erompe nella pienezza cui più siamo avvezzi con gli slanci felini e le gigionesche vigorìe performanti, il tutto insomma non persegue traiettorie innovative o anche di parziale re-styling, procedendo con equilibrio graziato dalle cure dell’arrangiatore Gil Goldstein, nuovamente arruolato dopo il patrocinio di Here’s to You (2011), l’album probabilmente più serioso e “personale” in cui la cantante omaggiava la figura di Shirley Horn facendo pervadere il cantato e l’andamento generale da una funzionale coltre d’intimismo e riflessività.


Ciò detto, la confezione delle tredici chansons d’amour non è eccepibile almeno per cura formale, qui alonata dal mestiere rodato e di quieta classe delle tastiere di Goldstein, dalla chitarra di tocco e aromi manouche di Jean-Marie Ecay, e trovando nell’arte di Laurent un controcanto puntuale e di tratto impeccabile.


Sentimentalismo vivido alterno a un non spiacevole senso del gioco appaiono piuttosto le cifre dominanti del presente Quand on s’aime, ma si conferma l’impressione che le propensioni spettacolari di Térez e le sue ricorrenti effervescenze vocali raramente si pongano al servizio di corrette comprensione e resa testuale delle singole canzoni, confermando alla fin fine le logiche stilistiche da cui è abitata la sua discografia.


Osservando en passant come l’album sembri rinsaldare, almeno in termini repertoriali, le sue già avviate liaisons con l’omologa Stacey Kent (di vocalità meno “caratterista” ma certamente più versatile e meno afflitta da certe iterazioni e cliché formali), Quand on s’aime si rivelerà lavoro accurato e di piacevole fruizione specie per coloro alla prima esperienza d’ascolto – forse meno gratificante per quanti, più avvezzi, si chiederanno con ragione quali possibili “sorprese” possa ancora riservarci l’evoluzione della, comunque apprezzabile, arte montcalmiana.