Le finestre del tempo: Andrea Ferrari e Valerio Baggio

Foto: copertina del disco










Le finestre del tempo: Andrea Ferrari e Valerio Baggio



Time Windows, ultimo progetto di Andrea Ferrari e Valerio Baggio, è un disco d’innovazione e improvvisazione, di presente e futuro, che coniuga e mescola il linguaggio jazz con altri generi, fornendo una visione “altra” e interessante dell’avanguardia contemporanea.



Jazz Convention: Andrea Ferrari, come e quando si è costituito questo vostro duo?.


Andrea Ferrari: Circa due anni fa ho iniziato a lavorare ad una idea musicale che si basava su l’utilizzo di immagini sonore intese come successione di avvenimenti espressivi molto diversi tra di loro. Lo sviluppo di questa idea ha dato origine a quello che poi sarebbe diventato Time Windows, un progetto di matrice jazzistica che incrocia composizione e improvvisazione. Ho pensato di coinvolgere Valerio Baggio in questa mia avventura proprio cercando di utilizzare il “contrasto” e quindi la diversità della nostra modalità espressiva ed improvvisata, come impronta musicale, come elemento di forza, punto caratterizzante e di sviluppo per creare una nuova dimensione sonora e comunicativa.



JC: Cosa vi accomuna e cosa vi differenzia uno dall’altro?.


AF: Secondo me molti sono i punti distintivi e di contatto… In generale direi che l’approccio musicale iniziale con cui affrontiamo le tematiche è sicuramente differente perché diverse sono le storie ed i percorsi musicali che ognuno di noi ha realizzato durante la propria vita ed evoluzione musicale. Ci accomuna, credo, la medesima passione per la musica e soprattutto per quei progetti che propongono idee innovative lasciando spazio alla creatività e facendo leva su di una solida base compositiva e di significato musicale.



JC: La vostra musica è un insieme di stili che si alternano e si fondono attraverso l’improvvisazione. È questo il significato di Time Windows e delle sue finestre temporali?.


AF: Time Windows è stato pensato come percorso sensoriale ancora prima che musicale in senso stretto. Le finestre sono idealmente dei luoghi in cui le persone possono vedere mondi e situazioni differenti. Possono lasciarsi coinvolgere e immergere in energie, suoni, ma anche immagini e colori. Si ha lo spazio ed il tempo per calarsi in una diversa realtà e in una nuova dimensione. L’idea del progetto è quella di definire una successione di “aperture” (appunto finestre) da cui ciascuno, ogni ascoltatore, affacciandosi, può trovare la propria strada interpretativa, il proprio modo di intendere la realtà musicale. I brani, le composizioni musicali, ne costituiscono e ne definiscono la “forma”, ne tracciano i possibili contorni, ne danno una sfumatura ed una interpretazione plausibile. Nella nostra musica s’intrecciano un po’ tutte le nostre esperienze. Il nostro linguaggio risente necessariamente dei vari stili con cui siamo venuti a contatto soprattutto per quanto riguarda la fase d’improvvisazione e rielaborazione personale e creativa.



JC: Ascoltando Time Windows ci si rende conto che è sempre presente in ogni singolo brano la componente melodica e a volte anche una suggestiva cantabilità…


AF: Sì! Nel progetto abbiamo cercato di miscelare i suoni e i timbri sonori mirando all’espressività degli strumenti o meglio utilizzando questa caratteristica espressiva per rendere in modo più efficace possibile la tematica centrale dei brani. Anche nella fase di arrangiamento e composizione l’idea è stata quella di distribuire i temi, la componente melodica e ritmica e di rendere possibili interscambi di ruoli musicali tra sax/clarinetto e pianoforte/elettronica. Ogni strumento ha così avuto la possibilità di svolgere funzioni differenti facendo emergere di volta in volta caratteri e particolarità nuove e stimolanti.



JC: Sei dei sette brani contenuti nel disco sono originali: la scrittura per voi è un canovaccio su cui improvvisare oppure un qualcosa di predefinito dove poi aggiungere nuove idee?


AF: Ho cercato in tutti i brani creare un equilibrio tra improvvisazione e composizione. Ritengo che la parte strutturata, e quindi la parte legata all’aspetto compositivo, sia molto importante, e che l’improvvisazione ne costituisca un arricchimento necessario e determinante.



JC: L’elettronica è una risorsa nella vostra musica? Cosa vi dà in più rispetto a quello che sentite durante l’esecuzione?


AF: Sicuramente l’elettronica costituisce un valore aggiunto, uno strumento a disposizione per creare nuovi colori. Gli effetti elettronici fanno parte del suono del gruppo quindi sono parte integrante del progetto. Non mi piace utilizzare in modo eccessivo la rielaborazione elettronica ma l’utilizzo in modo preciso puntuale ne costituisce, secondo me, una risorsa sonora importante.



JC: In Time Windows avete inserito Around… 500 Miles High di Corea. È un tributo al compositore di Windows?


AF: Corea è un grandissimo compositore e pianista che amo e stimo molto. Ho utilizzato 500 Miles High come punto di partenza per creare una nuova composizione, un nuovo punto di vista. Si tratta quindi di un tributo attraverso la rivisitazione o meglio attraverso la generazione di una nuova composizione ispirata a 500 Miles High…



JC: Quando suonate dal vivo il duo diventa trio con l’aggiunta della batteria. È lo sviluppo futuro di questo disco?.


AF: In tutto il progetto l’utilizzo delle sonorità ha un’importanza rilevante. L’aggiunta di Davide Bussoleni alla batteria costituisce un ingrediente importante che conferisce al progetto una nuova dimensione con maggiore incisività e immediatezza ritmica. Ho pensato a Time Windows come progetto in divenire e spero possa portare anche diversi sviluppi futuri: qualcosa di nuovo sta già nascendo…


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