Daniele Sepe – Capitan Capitone e i Parenti della Sposa

Daniele Sepe - Capitan Capitone e i Parenti della Sposa

Goodfellas – 2017











Capitan Capitone, il ritorno. A breve distanza dal primo lavoro che inaugurava questa nuova identità di Daniele Sepe, perfettamente coerente con il suo senso di appartenenza per il mare di Napoli e per il suo gommone, ci ritroviamo ad ascoltare una nuova avventurosa storia del capitano e della sua foltissima ciurma. Un nutritissimo, colorato, fantasioso gruppo di musicisti (fra cui anche Stefano Bollani) che prende parte alle vicende del capitano alle prese con un improbabile matrimonio con una fanciulla di alto lignaggio. Il tutto per la disperazione dei parenti della sposa, increduli di fronte a tale disastro sociale.


Un ottimo spunto per dar vita ad un’altra cavalcata musicale attraverso i mille generi che Daniele Sepe ha da sempre inglobato e centrifugato in uno stile personalissimo, unico, ormai marchio di fabbrica in un universo musicale che cerca alternative all’ordinario. Ormai Daniele Sepe è sulla breccia da tanti anni, ha prodotto capolavori come Vite Perdite ed ha raccontato storie che virano costantemente dalla parte di chi avrebbe torto, anzi lo subisce, ma lotta senza paura per sacrosante ragioni. Adesso, con questi ultimi due lavori, sembra orientato a divertirsi; ma attenzione a non dirlo troppo forte, i progetti del nostro vivono sempre di strati diversificati di musica e di parole. La sorpresa è dietro l’angolo e non si finisce mai di imparare. Intanto c’è la consueta sarabanda di generi che non dà il tempo di soffermarsi sullo stile di un brano senza che arrivi qualcosa di completamente diverso. Impostato sul racconto del matrimonio e dei differenti punti di vista degli invitati di diverse estrazioni sociali che si incrociano al ricevimento, fra un preciso ed ironico italiano ed uno scoppiettante dialetto con espressioni colorite e dialoghi surreali, il disco scorre brillante e imprevedibile senza concedere troppi spazi alla pur evidente perizia dei musicisti, teso a privilegiare invece il collettivo e la sua camaleontica capacità, ormai ampiamente sperimentata, di cambiare pelle ad ogni angolo della articolata trama. Merito di tutti e soprattutto del manovratore, votato ad una missione artistica che raccoglie sempre più proseliti. Capaci anche di essere parte attiva di queste storie, come provato dal successo della raccolta di fondi che ha permesso la realizzazione di questo disco. Musica per chi non si arrende all’ovvio.