Eyolf Dale – Return to Mind

Eyolf Dale - Return to Mind

Edition Records – EDN1106 – 2018





Eyolf Dale: pianoforte

André Roligheten: sax tenore, clarinetto

Hayden Powell: tromba, flicorno

Kristoffer Kompen: trombone, eufonio

Adrian Løseth Waade: violino

Rob Waring: vibrafono

Per Zanussi: basso

Gard Nilssen: batteria






Un settetto con violino e vibrafono, un tessuto morbido e vellutato, una scrittura lirica e sognante. Queste le caratteristiche più immediate ed evidenti di Return to mind, il nuovo disco prodotto dal pianista norvegese Eyolf Dale. Un progetto orchestrale e dal respiro ampio e dal passo sicuro capace di coniugare accenti diversi tra loro: se ritroviamo il vocabolario normalmente associato al jazz nordico, entrano anche accenti mediterranei e uno sguardo all’espressionismo europeo e, in generale, al mondo classico. Il tutto condito da una attenzione costante alla melodia: il risultato è un disco fresco, spesso cantabile, a tratti lirico e sognante, mai eccessivo anche quando emerge il piano trio con la sua deriva più energica. Le possibilità timbriche di una formazione così disegnata vengono sfruttate per realizzare un lavoro di insieme: brano dopo brano, gli interventi dei componenti del gruppo vanno a formare un discorso corale, ogni musicista raccoglie il testimone dall’altro e continua l’esplorazione delle sensazioni e degli stati d’animo evocati dalla scrittura di Dale. E, in questo senso, è difficile trovare momenti affidati al singolo interprete: la conduzione musicale è sempre risolta per mezzo del dialogo. Anche lo spazio per le improvvisazioni viene ricavato attraverso le cuciture del disegno complessivo. In The Mayor, ad esempio, il pianoforte si lancia in un assolo più canonicamente vicino ad un modus operandi di stampo jazzistico, seguito poi per qualche battuta dal vibrafono e “riassorbito” infine dagli interventi in sezione dei fiati.


L’architettura corale e la dimensione cantabile non rappresentano mai una costrizione per il flusso sonoro. La musica di Eyolf Dale si muove leggera tra i vari riferimenti, ne utilizza i linguaggi per confezionare un disco molto particolare, dove si mescolano suggestioni e si incrociano reminiscenze. L’andamento romantico di brani come Woody o Rhône viene anticipato in Naurak dall’atmosfera combinata da un incalzante linea di pianoforte e dal rotondo e placido lavoro dei fiati e da un assolo finale di Dale spalleggiato da contrabbasso e batteria.


La musica di Dale esce dalle strette griglie dei generi per mettersi al servizio del suo filo narrativo. Return to mind risulta essere così una suite unitaria, un racconto di emozioni inanellate in maniera consequenziale e fluida.



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