Romano Pratesi – Frizione

Romano Pratesi - Frizione

Das Kapital Records – CD18A12 – 2020



Romano Pratesi: sax tenore, clarinetto basso

Glenn Ferris: trombone

Hasse Poulsen: chitarra, mandolino

Stephan Oliva: pianoforte

Claude Tchamitchian: contrabbasso

Christophe Marguet: batteria





Frizione è un lavoro dalla visione estetica plurale, stratificata, sempre in movimento. Romano Pratesi guida un progetto dall’attitudine collettiva e costruito per trovare una sintesi tra le diverse personalità e caratteristiche stilistiche dei suoi singoli componenti. Le otto tracce presenti nel disco rappresentano quindi il risultato della convergenza delle intenzioni compositive dei sei musicisti (compaiono infatti tutti come autori di almeno un brano) e della loro capacità di interagire.


La musica che ascoltiamo nel disco prende le mosse dalle avanguardie storiche del jazz e si apre poi alle dinamiche del rock e del progressive, alle suggestioni delle musiche del mondo, alle reminiscenze classiche. Sono tutti elementi che permettono a Pratesi e ai suoi compagni d’avventura di dare corpo e sostanza ad un lavoro senz’altro eclettico ed eterogeneo, sempre pronto a dirigersi verso altre possibilità. Frizione richiede così in qualche modo anche all’ascoltatore una continua curiosità e l’intenzione di non fermarsi sulle posizioni appena raggiunte.


Un lavoro collettivo, come dicevamo sopra, attento alle necessità della scrittura, dei codici espressivi e dell’orchestrazione e, allo stesso tempo, fortemente rivolto alle implicazioni derivanti dall’interplay e dall’improvvisazione. Un’attitudine sottolineata anche dal nome scelto per il disco che richiama, da una parte, gli attriti da manipolare e da mettere a regola per dare fluidità di movimento ad un meccanismo complesso e, dall’altra, evoca la locuzione inglese “free zone” e definisce una dimensione libera da vincoli stringenti. Senza dimenticare, infine, l’accezione portata dal ruolo della frizione nelle automobili, vale a dire il controllo della trasmissione del movimento dal motore alle ruote e, quindi, nel nostro caso, il continuo impulso dato alla musica dal sestetto.


I suoni e gli impasti timbrici utilizzati dal sestetto rivelano l’apporto partecipato di tutti i suoi componenti, anche se poi le scelte elettriche e la versatilità di Hasse Poulsen vanno a caratterizzare in maniera più evidente gli aspetti caratteriali dei singoli brani. Otto tracce dalle anime diverse, suonato da musicisti esperti, capaci di trattare in maniera creativa la materia musicale per andare a mettere a confronto il jazz e, in particolare, le sue esperienze più radicali con altri linguaggi e con i suoni che animano il mondo di oggi.



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