The Auanders – Text(us)

The Auanders - Text(us)

Auand Records – AU9101 – 2020





Mirko Cisilino: tromba, corno francese

Michele Tino: sax alto, flauto

Francesco Panconesi: sax tenore

Beppe Scardino: sax baritone, clarinetto basso

Filippo Vignato: trombone

Glauco Benedetti: tuba

Francesco Diodati: chitarra

Enrico Zanisi: pianoforte, Fender Rhodes, sintetizzatori, glockenspiel

Francesco Ponticelli: basso elettrico, contrabbasso

Stefano Tamborrino: batteria, percussioni, voce in Song To The Unborn


ospiti:

Sara Battaglini: voce

Francesco Bearzatti: clarinetto

Stefano Calderano: chitarra

Simone Graziano: Fender Rhodes

Evita Polidoro: voce




Text(us) è la nuova avventura collettiva promossa da Auand Records. Un ensemble ampio, ricco di sfaccettature, modulato secondo linee differenti a seconda dei brani: un ensemble, soprattutto, guidato dall’intenzione di trovare una sintesi tra linguaggi e attitudini stilistiche, una sintesi tra influenze differenti e capace di superare i confini tra i generi musicali.


Un titolo dalla lettura duplice, a seconda che si scelga di “interpretarlo” in latino o in inglese. In entrambi i casi, sia pure con inflessioni differenti, l’attenzione cade su uno degli argomenti più ricorrenti nel jazz, vale a dire l’equilibrio tra scrittura e improvvisazione, tra la concezione generale del materiale a priori e le relazioni scaturite dall’interplay. Sia che si scelga di leggere “Textus” in latino (“tessitura” in italiano), sia che si opti per l’inglese “text us” (“mandarsi un messaggio”), resta centrale l’idea di interagire per mettere insieme e condividere i materiali espressivi. Intenzione che, in un contesto come The Auanders, si moltiplica ripetutamente viste le diverse firme dei brani, la particolarità dell’organico e l’obiettivo dichiarato di sommare esperienze diverse. La scrittura poi contiene richiami alle diverse stagioni del jazz e al rock, alle sperimentazioni contemporanee, al progressive e alla canzone d’autore, ingloba codici da altri mondi musicali e li restituisce, attraverso l’improvvisazione e l’applicazione combinatoria delle varie possibilità, in una formula non necessariamente prevedibile.


Marco Valente ha coinvolto in Text(us) molti dei musicisti che gravitano intorno ad Auand o che hanno già pubblicato per l’etichetta. Ai “veterani”, presenti anche nei precedenti lavori collettivi, si aggiungono anche musicisti appartenenti alle nuove generazioni: in questo modo viene evidenziata la continuità del progetto Auand, una sorta di staffetta compiuta attraverso la condivisione di elementi comuni e la trasmissione attraverso le esperienze. Il motto con cui Valente presenta l’etichetta (“Energy, Risk, Conviction and the Unexpected”, vale a dire Energia, Rischio, Convinzione e Imprevisto) diventa la chiave per interpretare il DNA di un percorso sfaccettato, coerente nella sua molteplicità, riconoscibile e sempre animato dall’intenzione di cercare altre possibilità espressive. E se, come è naturale, non tutte le produzioni hanno gli stessi caratteri e lo stesso impatto, il catalogo nel suo complesso è caratterizzato da una propensione costante verso la novità e da certi tratti comuni ai vari musicisti coinvolti. Tratti comuni sviluppati peraltro attraverso le tante collaborazioni che hanno visto insieme sul palco o in studio di registrazione molti degli abitanti del “pianeta Auand” e nei numerosi gli episodi in cui Marco Valente ha voluto mettere in pratica la sensibilità comune come A10A10, l’organico formato qualche anno da alcuni dei musicisti dell’etichetta, oppure il festival Auand meets New York City, realizzato nella città statunitense in occasione del decimo anniversario, e ancora “50”, disco pubblicato per festeggiare il cinquantesimo titolo del catalogo principale. The Auanders arriva con Text(us) al secondo lavoro dopo Live in Pisa del 2013.


L’incontro tra esperienze più consolidate e percorsi artistici nella prima (o primissima) fase del loro sviluppo, la dimensione collettiva e la visione trasversale permettono a Text(us) di dare corpo alle intenzioni di Marco Valente e di portare così all’interno delle otto tracce del disco tutta la sensibilità identitaria del percorso sviluppato negli anni da Auand.



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