Dedicato a Billie Holiday e Lester Young

Foto: Ambrogio Colombo










Dedicato a Billie Holiday e Lester Young

Milano. Circolo Culturale Paolo Bentivoglio – 13.11.2016

Martha J: voce

Vittorio Castelli: sassofoni

Francesco Chebat: pianoforte

Riccardo Vigorè: contrabasso

Vittorio Sicbaldi: batteria

special guest: Angelo Castiglione: voce

La signora del canto jazz e il suo sassofonista. Questo il titolo di un concerto che rende omaggio, pur con qualche mese di ritardo, al centenario della nascita di due grandissimi cantanti della storia del jazz, vale a dire Billie Holiday e Frank Sinatra. La sala del Circolo Culturale Paolo Bentivoglio è stata gremita per dimostrare il rinato interesse per il jazz a Milano.


Dopo l’introduzione della presidente del circolo, Erica Monteneri, il cantante Angelo Castiglione ha iniziato il concerto con i brani di Sinatra cantando due brani, Fly me to the moon e I’ve got you under my skin, immediatamente riconducibili al songbook del crooner italoamericano. Cantante dalla vocalità matura e solitamente impegnato inseme al quartetto del sassofonista Michele Bozza, la sua interpretazione ha avuto presa sul pubblico che ha applaudito a lungo la sua esibizione. Lo stesso Castiglione si è rivelato un buon intrattenitore, introducendo l’organizzatore del concerto, Giuseppe Ferdico che ha intervistato la cantante Martha J, al secolo Elena Martinelli, sul palco dell’auditorium del Circolo.


Un’artista sensibile e dall’eleganza naturale che si è raccontata prima dell’esibizione. Il punto di partenza è stato, con leggerezza, la scelta del nome d’arte. «Il mio cognome è Martinelli, ma tutti mi chiamano Marta: quando ho cominciato a cantare jazz, è venuto spontaneo e naturale aggiungere la J perché, come dice Vittorio Castelli, solamente Marta rimane sospeso… e poi ho inserito la H nel nome.» Seguendo gli spunti offerti dal conduttore, la cantante ha raccontato il passaggio sanremese e gli esordi. «Sono stata a Sanremo nel 1990, ma oramai non se ne ricorda più nessuno: sono stata eliminata subito, avevo una canzone tipica sanremese, intitolata O dolce amor… Invece, ho studiato recitazione per essere più sciolta sul palco: ho iniziato a fare jazz anche prima di andare a Sanremo: era quello che mi rappresentava meglio e che sentivo in maniera più personale, non potevo seguitare a fare musica pop.» Naturalmente, il discorso poi si è spostato sull’argomento della serata, cioè la voce di Billie Holiday. «Quando ho ascoltato lei per la prima volta non ci ho capito niente. Mi chiedevo ma come canta, che voce strana… quando poi ho cominciato a prendere confidenza con la materia e ho approfondito anche gli altri cantanti jazz, ho capito che lei era veramente di un altro livello.» Il sodalizio tra Martha J e il pianista Francesco Chebat, presente anch’egli sul palco, ha dato da poco alle stampe un nuovo disco in duo, Pas de Deux, dopo quello pubblicato nel 2008. «Suonare in duo, voce e pianoforte, è davvero esporsi in maniera “nuda”. Nel primo lavoro, avevamo registrato gli standard, in questo nuovo abbiamo eseguito nostre composizioni, c’era anche questa novità.»


Oltre ad essere una cantante con buona estensione vocale, è risultata anche molto simpatica ai presenti. Brillante e divertente nelle risposte all’intervistatore, si è “esposta” in maniera molto diretta raccontando le emozioni e alcuni episodi che hanno caratterizzato il suo percorso musicale. I componenti del quartetto hanno dimostrato un ottima tecnica, disinvolti e smaliziati nell’affrontare il repertorio di due mostri sacri come Billie Holiday e Lester Young. Il suono pastoso e caldo del sassofono di Vittorio Castelli ha ricordato in diversi passaggi il suono di Prez (questo il soprannome del grande sassofonista statunitense) mentre Francesco Chebat ha armonizzato i brani arricchendoli di sfumature e preziose sottolineature ben coadiuvati dalla ritmica formata da Riccardo Vigorè e Vittorio Sicbaldi. Questi ultimi hanno avuto maggiore spazio soprattutto verso la fine del concerto con assolo molto variegati e, soprattutto nel caso del batteristi, esplosivi.


Martha J ha scelto per il repertorio del concerto i brani più movimentati e vivaci nel songbook di Billie Holiday sondando così le corde più vicine al suo stile e alle sue interpretazioni. Una scelta azzeccata, in special modo in brani come When you smile, Do it – presente anche nel repertorio di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong – o Blue Moon. La cantante è riuscita a trascinare i musicisti e a dialogare in modo puntuale con la formazione: le frasi cantate di Martha J sono state spesso riprese dal quartetto e hanno offerto spunti per le risposte e le improvvisazioni.


Martha J e i suoi musicisti hanno chiuso con un omaggio a Lester Young, vale a dire il brano Lester leaps in: tema mai eseguito da Billie Holiday. Una esecuzione in pure stile bebop dove la cantante s’è cimentata con lo scat passando con disinvoltura attraverso i diversi registri, dalle note bassi fin verso gli acuti, ben sostenuta dal sax di Castelli. Il Circolo Bentivoglio si è trasformato per qualche minuto in un vero e proprio jazz club con il pubblico ad accompagnare le ultime evoluzioni di Martha J con applausi entusiasti e grande trasporto.